Al Circolo dei Lettori del Granaio dei Libri, del quale sono curatrice insieme ad Anna Lattanzi, i partecipanti hanno scelto, come primo libro da leggere, “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas figlio (discendente dell’altro Alexandre Dumas che scrisse capolavori come “Il conte di Montecristo” o “I tre moschettieri” e che, inizialmente, non riconobbe il figlio).

L’opera racconta la storia di amore tra Margherita Gautier e Armand Duval: la prima, una bella e famosa mantenuta e il secondo, un giovane rampollo della borghesia; le palpitazioni del cuore e le vicissitudini amorose della coppia sopra citata sono le stesse che provarono e vissero, nella vita reale, Marie Duplessis, nota mantenuta nell’ambiente della Parigi del 1800 e Alexandre Dumas junior. 

Ma cosa fecero per amore?

A mio parere le vere protagoniste, che diedero tanto all’amore, furono le due donzelle, nonostante qualcuno potrebbe pensare che essendo belle donne che dilapidavano i patrimoni di ricchi uomini, fossero prive di sentimenti e di scrupoli.

Margherita e Marie arrivarono a rinunciare per amore alla loro vita di cortigiane: niente più vita mondana, teatri, balli, corteggiamenti, opulenza e ricchezza.

Margherita (e forse anche Marie che ispirò l’opera “La signora delle camelie”), pur essendo di origine umile, arrivò a vendere le proprie ricchezze conquistate faticosamente sacrificando il proprio corpo, la propria mente e il proprio cuore, per vivere quell’amore.

Margherita e forse anche la stessa Marie, arrivò a rinunciare a quell’amore impossibile, condannabile da quella società bigotta e perbenista, per non danneggiare il proprio amato.

Un amore fatto di rinunce: razionalmente verrebbe da pensare che l’amore non deve essere rinuncia e sacrificio, ma si sa che al cuor non si comanda.

E Armand e Alexandre cosa fecero per le loro cosiddette amate?

A mio parere ben poco, se non mantenerle, come tutti gli altri amanti e dilapidare il proprio patrimonio.

Forse criticavano tanto la società borghese nel suo perbenismo, ma poi non erano pronti e capaci ad agire, forse ne erano anche loro schiavi.

Una cosa è certa: non erano certamente dei rivoluzionari.

Per fare la rivoluzione, infatti, non bisogna essere assolutamente immaturi e superficiali: Armand, appena è apparso il papà, ha cambiato il suo atteggiamento, più o meno inconsciamente, verso Margherita e quell’amore; non ha capito quanti sacrifici aveva fatto la donna per uno dei sentimenti più nobili e ha preferito vendicarsi, apparendo agli occhi della ragazza, con una nuova amante che non amava.

Ovviamente non me ne vogliano i maschietti…io sono sempre stata convinta che un uomo, quando è veramente innamorato, fa cose che una donna non farebbe mai, lasciandoci piene di stupore.

Armand e Alexandre, devo dire, non mi hanno stupito.

Certamente, quando la nostra Pretty Woman del 1800 è deceduta a causa della tisi, abbandonata da tutti e con al proprio capezzale solamente i propri creditori, Armand ha pianto: credo che finalmente abbia capito.

Meglio tardi che mai.

Mi piace però pensare che Alexandre e Marie, dopo aver vissuto la loro storia di amore, essersi lasciati (anzi sembra che sia stato lui ad abbandonarla), ora riposino vicini nello stesso cimitero, quello a Montmartre: secondo me si sono chiariti finalmente e forse, visto che io sono un’inguaribile romantica, si stanno amando, ora si che sono veramente liberi di amare.

 

Del resto, nel Cantico dei Cantici, si legge che forte come la morte, è solo l’amore e qui ne abbiamo la prova, se mai dovessimo avere bisogno di una conferma.

E voi cosa avete fatto per amore? Cosa sareste pronti a fare?

Io qualsiasi cosa e chi mi conosce lo sa bene.